Al fine di fornire incentivi e agevolazioni agli operatori economici, la legislazione emergenziale legata alla pandemia ha introdotto, in due anni, una molteplicità di bonus fiscali, la cui fruizione, se da un lato produce gli effetti benefici auspicati, dall’altro presta il fianco ad abusi e a infiltrazioni criminali. In particolare, è aumentato esponenzialmente il rischio di riciclaggio/autoriciclaggio connesso all’utilizzo di crediti fiscali fittizi: ne è ben consapevole l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia, che, fin dall’inizio del 2020, ha invitato i destinatari degli obblighi antiriciclaggio a rafforzare i presidi di adeguata verifica adottati e a segnalare le anomalie riscontrate nell’esercizio delle attività professionali svolte.
Ne è consapevole, altresì, il legislatore, che, con il recente decreto “Antifrode” (D.L. 11 novembre 2021, n. 157), ha introdotto specifiche misure a carico dei cessionari di crediti fiscali derivanti da bonus e superbonus, laddove tali soggetti siano destinatari della normativa antiriciclaggio.
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