La Legge di Bilancio 2023 prevede specifiche analisi del rischio per intercettare soggetti fiscalmente pericolosi, con conseguente invito a esibire i documenti che attestino l’effettivo esercizio di un’attività economica.
In caso di esito negativo del controllo conseguente all’attribuzione del numero di partita IVA, l’Ufficio emanerà provvedimento di cessazione della stessa e irrogherà una sanzione amministrativa di 3.000 euro, senza possibilità di applicare il beneficio del “cumulo giuridico”; l’interessato potrà riaprirla esclusivamente dopo aver presentato una fideiussione assicurativa o bancaria di durata triennale e di importo non inferiore a 50.000 euro.
Un provvedimento futuro delle Entrate definirà le specifiche disposizioni attuative.
L’art. 1, commi 148-150, della Legge n. 197/2022 si pone l’obiettivo di contrastare l’evasione e le frodi fiscali perpetrate attraverso la costituzione di imprese individuali o s.r.l. semplificate, che operano per brevi periodi violando obblighi fiscali e contributivi e poi scompaiono, sottraendosi a ogni attività di riscossione.
L’Agenzia delle Entrate:
(art. 11, comma 7-quater, D.Lgs. n. 471/1997).
La nuova sanzione di 3.000 euro scatta anche nell’altra fattispecie in cui è prevista l’emanazione del provvedimento di cessazione della partita IVA da parte dell’ufficio, quando la verifica sulla completezza ed esattezza dei dati comunicati dagli interessati in sede di richiesta di attribuzione del numero di partita IVA fornisce esito negativo.
In ogni caso, per la piena efficacia della disciplina introdotta, si attende l’emanazione di uno o più provvedimenti da parte dell’Agenzia delle entrate, con cui dovranno essere definiti i criteri, le modalità e i termini per l’attuazione di quelle disposizioni.
Questo documento fa parte del FocusMANOVRA 2023
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